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4 dicembre

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advent soundtrack

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di Edoardo Truttero
di Edoardo Truttero
di Edoardo Truttero

Ciao a tutti e tutte, questa è Advent Soundtrack, un esperimento più che una newsletter.
Ogni giorno, fino a Natale, vi consiglierò una canzone con annessa qualche mia riflessione.
Consiglio sempre di ascoltare prima la canzone e dopo leggere quanto ho scritto in merito.
Fatemi sapere se il brano di oggi vi piace, se ve ne ha fatto venire in mente qualcuno simile o semplicemente cosa ne pensate di questa iniziativa.

Nel Box rosso, sotto al nome dell'artista, trovate 3 pulsanti per poter ascoltare la canzone su Spotify, Apple Music e su Youtube.

Ciao a tutti e tutte, questa è Advent Soundtrack, un esperimento più che una newsletter.
Ogni giorno, fino a Natale, vi consiglierò una canzone con annessa qualche mia riflessione.
Consiglio sempre di ascoltare prima la canzone e dopo leggere quanto ho scritto in merito.
Fatemi sapere se il brano di oggi vi piace, se ve ne ha fatto venire in mente qualcuno simile o semplicemente cosa ne pensate di questa iniziativa.

Nel Box rosso, sotto al nome dell'artista, trovate 3 pulsanti per poter ascoltare la canzone su Spotify, Apple Music e su Youtube.

Ciao a tutti e tutte, questa è Advent Soundtrack, un esperimento più che una newsletter.
Ogni giorno, fino a Natale, vi consiglierò una canzone con annessa qualche mia riflessione.
Consiglio sempre di ascoltare prima la canzone e dopo leggere quanto ho scritto in merito.
Fatemi sapere se il brano di oggi vi piace, se ve ne ha fatto venire in mente qualcuno simile o semplicemente cosa ne pensate di questa iniziativa.

Nel Box rosso, sotto al nome dell'artista, trovate 3 pulsanti per poter ascoltare la canzone su Spotify, Apple Music e su Youtube.

the dress

the dress

the dress

Dijon

Dijon

Dijon

Oggi è proprio il giorno in cui non vi dirò nulla dell’autore, perché non ne so niente.
L’ho scoperto perché ne ha parlato Mecna in qualche intervista anni fa.
All’epoca non avevamo pubblicato molto, ma c’era già Skin che macinava diversi ascolti. Se non la conoscete, recuperatela perché ne vale la pena. Veramente un pezzaccio.
Per la regola auto-imposta di non mettere più di un brano dello stesso artista, non c'è anche quella in questa newletter.
Però diciamo che se cliccate il link qua sopra, la potete ascoltare...

The Dress, come direbbe mio papà è una canzone “strappamutande”. Allo stesso tempo però non è viscida come potrebbe essere una canzone di The Weeknd.
E se posso essere onesto con voi, diciamo che è meglio così.
Si parla ancora una volta di... indovinate… un amore finito. La solita paraculata pop, ma abbiamo già detto abbastanza in merito nei giorni scorsi.

Trovo molto carino il fatto che la prima strofa inizi in modo simile alla seconda semplicemente cambiamo il soggetto della frase.

Prima strofa:
“Do you still take a long time to get ready?”

Seconda strofa:
”Okay, I took a long time to get ready too”

Sì, perché alla fine quando finisce una relazione, con il cuore a pezzi e balle varie, ci mancano pure quelle cose che ci facevano tanto incazzare di quella persona. Come che ci metteva tanto a prepararsi ad esempio. E magari, passandoci tanto insieme, abbiamo preso pure qualche modo di fare da lei e pure noi ci mettevamo tanto a prepararci per uscire. O forse lo facevamo già e proprio per questo le cose funzionavano.

“’Cause the dress looks nice on you still
And it always will”


Bellissima frase per dire, almeno secondo me, che le cose che ti piacciono di una persona ti piaceranno sempre, anche con il passare del tempo.
La delicatezza con cui ci parla Dijon, forse con il cuore spezzato da poco, è veramente degna di nota per me.
Il ritornello è molto paraculo:

“We should go out and dance like we used to dance
We should go out and hold hands”


Dovremmo uscire a ballare, come facevamo un tempo. Metafora per dire che insieme ci si divertiva, bisognerebbe tornare a farlo di nuovo.
Però se le cose sono finite vuol dire che non andava così bene. Ma questo rovinerebbe lo spirito della canzone a tutti i cuori spezzati che la ascoltano, quindi questa parte si omette saggiamente.

Dijon mantiene una certa eleganza anche nel mettersi a nudo davanti a tutti.
Poche cose, dette bene e in modo universale, in modo che ciascuno di noi, se vuole, riesce a trovarci qualche riscontro con il suo vissuto.
Così si fa il pop.

Sì, okay, il testo è un testo scritto bene per essere un pezzo pop. Va bene. Ma vogliamo parlare di quanti cazzo suona fresco questo brano?!
Con questa batteria che ci fa leggermente muovere il collo, che accompagna le parole di Dijon aumentandone l’enfasi.

Dopo la fine del ritornello, la base quasi si svuota preparandoci all’arrivo di un’altra strofa.
La sua voce poi, incornicia tutto in maniera emblematica. Dando l’impressione che si stia proprio sfogando sulla base, ma senza struggersi. Semplicemente ricordando qualcosa di bello della sua vita che ora non può più vivere. In modo molto genuino.

Per quanto le parole non siano niente di che, il carico emotivo che ci mette l’autore con l'uso della voce, ne conferisce tutto un altro significato.

Come capita in altre sue canzoni, dopo l’ultima strofa, il ritornello viene ripetuto quasi come fosse una litania. Fino a diventare quasi dei mugugni e poi smettere del tutto di cantare.

Oggi è proprio il giorno in cui non vi dirò nulla dell’autore, perché non ne so niente.
L’ho scoperto perché ne ha parlato Mecna in qualche intervista anni fa.
All’epoca non avevamo pubblicato molto, ma c’era già Skin che macinava diversi ascolti. Se non la conoscete, recuperatela perché ne vale la pena. Veramente un pezzaccio.
Per la regola auto-imposta di non mettere più di un brano dello stesso artista, non c'è anche quella in questa newletter.
Però diciamo che se cliccate il link qua sopra, la potete ascoltare...

The Dress, come direbbe mio papà è una canzone “strappamutande”. Allo stesso tempo però non è viscida come potrebbe essere una canzone di The Weeknd.
E se posso essere onesto con voi, diciamo che è meglio così.
Si parla ancora una volta di... indovinate… un amore finito. La solita paraculata pop, ma abbiamo già detto abbastanza in merito nei giorni scorsi.

Trovo molto carino il fatto che la prima strofa inizi in modo simile alla seconda semplicemente cambiamo il soggetto della frase.

Prima strofa:
“Do you still take a long time to get ready?”

Seconda strofa:
”Okay, I took a long time to get ready too”

Sì, perché alla fine quando finisce una relazione, con il cuore a pezzi e balle varie, ci mancano pure quelle cose che ci facevano tanto incazzare di quella persona. Come che ci metteva tanto a prepararsi ad esempio. E magari, passandoci tanto insieme, abbiamo preso pure qualche modo di fare da lei e pure noi ci mettevamo tanto a prepararci per uscire. O forse lo facevamo già e proprio per questo le cose funzionavano.

“’Cause the dress looks nice on you still
And it always will”


Bellissima frase per dire, almeno secondo me, che le cose che ti piacciono di una persona ti piaceranno sempre, anche con il passare del tempo.
La delicatezza con cui ci parla Dijon, forse con il cuore spezzato da poco, è veramente degna di nota per me.
Il ritornello è molto paraculo:

“We should go out and dance like we used to dance
We should go out and hold hands”


Dovremmo uscire a ballare, come facevamo un tempo. Metafora per dire che insieme ci si divertiva, bisognerebbe tornare a farlo di nuovo.
Però se le cose sono finite vuol dire che non andava così bene. Ma questo rovinerebbe lo spirito della canzone a tutti i cuori spezzati che la ascoltano, quindi questa parte si omette saggiamente.

Dijon mantiene una certa eleganza anche nel mettersi a nudo davanti a tutti.
Poche cose, dette bene e in modo universale, in modo che ciascuno di noi, se vuole, riesce a trovarci qualche riscontro con il suo vissuto.
Così si fa il pop.

Sì, okay, il testo è un testo scritto bene per essere un pezzo pop. Va bene. Ma vogliamo parlare di quanti cazzo suona fresco questo brano?!
Con questa batteria che ci fa leggermente muovere il collo, che accompagna le parole di Dijon aumentandone l’enfasi.

Dopo la fine del ritornello, la base quasi si svuota preparandoci all’arrivo di un’altra strofa.
La sua voce poi, incornicia tutto in maniera emblematica. Dando l’impressione che si stia proprio sfogando sulla base, ma senza struggersi. Semplicemente ricordando qualcosa di bello della sua vita che ora non può più vivere. In modo molto genuino.

Per quanto le parole non siano niente di che, il carico emotivo che ci mette l’autore con l'uso della voce, ne conferisce tutto un altro significato.

Come capita in altre sue canzoni, dopo l’ultima strofa, il ritornello viene ripetuto quasi come fosse una litania. Fino a diventare quasi dei mugugni e poi smettere del tutto di cantare.

Oggi è proprio il giorno in cui non vi dirò nulla dell’autore, perché non ne so niente.
L’ho scoperto perché ne ha parlato Mecna in qualche intervista anni fa.
All’epoca non avevamo pubblicato molto, ma c’era già Skin che macinava diversi ascolti. Se non la conoscete, recuperatela perché ne vale la pena. Veramente un pezzaccio.
Per la regola auto-imposta di non mettere più di un brano dello stesso artista, non c'è anche quella in questa newletter.
Però diciamo che se cliccate il link qua sopra, la potete ascoltare...

The Dress, come direbbe mio papà è una canzone “strappamutande”. Allo stesso tempo però non è viscida come potrebbe essere una canzone di The Weeknd.
E se posso essere onesto con voi, diciamo che è meglio così.
Si parla ancora una volta di... indovinate… un amore finito. La solita paraculata pop, ma abbiamo già detto abbastanza in merito nei giorni scorsi.

Trovo molto carino il fatto che la prima strofa inizi in modo simile alla seconda semplicemente cambiamo il soggetto della frase.

Prima strofa:
“Do you still take a long time to get ready?”

Seconda strofa:
”Okay, I took a long time to get ready too”

Sì, perché alla fine quando finisce una relazione, con il cuore a pezzi e balle varie, ci mancano pure quelle cose che ci facevano tanto incazzare di quella persona. Come che ci metteva tanto a prepararsi ad esempio. E magari, passandoci tanto insieme, abbiamo preso pure qualche modo di fare da lei e pure noi ci mettevamo tanto a prepararci per uscire. O forse lo facevamo già e proprio per questo le cose funzionavano.

“’Cause the dress looks nice on you still
And it always will”


Bellissima frase per dire, almeno secondo me, che le cose che ti piacciono di una persona ti piaceranno sempre, anche con il passare del tempo.
La delicatezza con cui ci parla Dijon, forse con il cuore spezzato da poco, è veramente degna di nota per me.
Il ritornello è molto paraculo:

“We should go out and dance like we used to dance
We should go out and hold hands”


Dovremmo uscire a ballare, come facevamo un tempo. Metafora per dire che insieme ci si divertiva, bisognerebbe tornare a farlo di nuovo.
Però se le cose sono finite vuol dire che non andava così bene. Ma questo rovinerebbe lo spirito della canzone a tutti i cuori spezzati che la ascoltano, quindi questa parte si omette saggiamente.

Dijon mantiene una certa eleganza anche nel mettersi a nudo davanti a tutti.
Poche cose, dette bene e in modo universale, in modo che ciascuno di noi, se vuole, riesce a trovarci qualche riscontro con il suo vissuto.
Così si fa il pop.

Sì, okay, il testo è un testo scritto bene per essere un pezzo pop. Va bene. Ma vogliamo parlare di quanti cazzo suona fresco questo brano?!
Con questa batteria che ci fa leggermente muovere il collo, che accompagna le parole di Dijon aumentandone l’enfasi.

Dopo la fine del ritornello, la base quasi si svuota preparandoci all’arrivo di un’altra strofa.
La sua voce poi, incornicia tutto in maniera emblematica. Dando l’impressione che si stia proprio sfogando sulla base, ma senza struggersi. Semplicemente ricordando qualcosa di bello della sua vita che ora non può più vivere. In modo molto genuino.

Per quanto le parole non siano niente di che, il carico emotivo che ci mette l’autore con l'uso della voce, ne conferisce tutto un altro significato.

Come capita in altre sue canzoni, dopo l’ultima strofa, il ritornello viene ripetuto quasi come fosse una litania. Fino a diventare quasi dei mugugni e poi smettere del tutto di cantare.

Angolo del fastidio

Angolo del fastidio

Angolo del fastidio

So che vi deluderò anche oggi, ma pure di questa canzone non mi sembra che ci sia nulla che non va.
Forse solo che ha settato uno standard bello alto e quindi il resto del disco non mi ha fatto impazzire.

So che vi deluderò anche oggi, ma pure di questa canzone non mi sembra che ci sia nulla che non va.
Forse solo che ha settato uno standard bello alto e quindi il resto del disco non mi ha fatto impazzire.

Trovi tutte le canzoni in questa playlist.

Un abbraccio.
Edo

Trovi tutte le canzoni in questa playlist.

Un abbraccio.
Edo

Trovi tutte le canzoni in questa playlist.

Un abbraccio.
Edo

prossimo calendario
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149D 12H 30M 38S

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