


7 dicembre
7 dicembre
advent soundtrack
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di Edoardo Truttero
di Edoardo Truttero
di Edoardo Truttero
Ciao a tutti e tutte, questa è Advent Soundtrack, un esperimento più che una newsletter.
Ogni giorno, fino a Natale, vi consiglierò una canzone con annessa qualche mia riflessione.
Consiglio sempre di ascoltare prima la canzone e dopo leggere quanto ho scritto in merito.
Fatemi sapere se il brano di oggi vi piace, se ve ne ha fatto venire in mente qualcuno simile o semplicemente cosa ne pensate di questa iniziativa.
Nel Box rosso, sotto al nome dell'artista, trovate 3 pulsanti per poter ascoltare la canzone su Spotify, Apple Music e su Youtube.
Ciao a tutti e tutte, questa è Advent Soundtrack, un esperimento più che una newsletter.
Ogni giorno, fino a Natale, vi consiglierò una canzone con annessa qualche mia riflessione.
Consiglio sempre di ascoltare prima la canzone e dopo leggere quanto ho scritto in merito.
Fatemi sapere se il brano di oggi vi piace, se ve ne ha fatto venire in mente qualcuno simile o semplicemente cosa ne pensate di questa iniziativa.
Nel Box rosso, sotto al nome dell'artista, trovate 3 pulsanti per poter ascoltare la canzone su Spotify, Apple Music e su Youtube.
Ciao a tutti e tutte, questa è Advent Soundtrack, un esperimento più che una newsletter.
Ogni giorno, fino a Natale, vi consiglierò una canzone con annessa qualche mia riflessione.
Consiglio sempre di ascoltare prima la canzone e dopo leggere quanto ho scritto in merito.
Fatemi sapere se il brano di oggi vi piace, se ve ne ha fatto venire in mente qualcuno simile o semplicemente cosa ne pensate di questa iniziativa.
Nel Box rosso, sotto al nome dell'artista, trovate 3 pulsanti per poter ascoltare la canzone su Spotify, Apple Music e su Youtube.
I Quercia sono una band pazzesca, anche loro tra i miei preferiti.
Originari della sardegna, fanno un genere di musica che mi risulta sempre difficile da descrivere a chi non li conosce. Un po’ anche perché loro sono cambiati molto negli anni. Il loro primo disco era molto indie, il secondo molto più orientato verso lo screamo, questo invece non saprei come definirlo. Forse un’ottima sintesi tra queste due loro anime.
È stata una lotta all’ultimo sangue per scegliere se mettere questa canzone oppure guarire , ma dopo aver scritto la mail di ieri ho capito che mi sarei un po’ ripetuto, visto che avrei potuto dire cose più o meno sovrapponibili a quelle che ho detto per Binding.
Quindi eccoci qua con Promemoria.
Lo Spotify wrapped di quest’anno mi ha comunicato che questa è stata la mia canzone più ascoltata quest’anno.
Innanzitutto mi piace perché questo pezzo, come tanti di questo genere, non ha una struttura canonica. Non ci sono ritornelli, non ci sono bridge, neanche una strofa forse. Direi che è un testo con uno schema libero.
Come potete sentire dalle voci, anche qua c’è della sofferenza.
Oltre alla batteria che picchia il giusto, ci sono anche ste chitarre che ti logorano l’anima.
Vorrei evitare di dire cose troppo tecniche perché non ne so nulla e farei solo magre figure.
Tuttavia riesco ad apprezzare il fatto che gli strumenti entrino nella canzone uno alla volta.
Si parte con un giro di chitarra che si ripete in loop, poi un’altra chitarra, dopo ancora la batteria e per ultimo il basso.
Il testo di per sé non è così straziante, certo, è comunque bello triste, ma è come è cantato che lo rende un bel pugno nello stomaco.
Questa canzone mi piace veramente tanto, ma non credo di aver colto a pieno cosa volessero comunicare questi sardi. Ma se siete qui, è perché volete leggere un po’ di miei svarioni.
Quindi cominciamo.
Non c’è una struttura canonica, ma possiamo dividere la canzone in 3 parti.
Partirei con la prima.
“È tutto uguale
Nonostante tutti i discorsi
Che continuo a sentire
E che non sente
Nessuno tranne me
È tutto uguale
Nonostante tutti i ricordi
Che continuo
A rivivere quando
Non mi vede nessuno
È tutto uguale
Nonostante tutti i rimorsi
Che continuo a sentire
E che non sente
Nessuno tranne me”
Come possono aver notato i detective che ci sono tra di voi, ci sono dei versi che si ripetono.
Si comincia sempre dicendo che è tutto uguale, nonostante qualcosa. Prima i discorsi, poi i ricordi e infine i rimorsi.
Sì perché possiamo farci tutte le pare del mondo, rimuginare su tutto quello che abbiamo sbagliato, non abbiamo fatto o avremmo fatto in modo diverso, ma comunque le cose rimangono così come sono.
Ci sono alcune cose che intercettiamo solo noi dalla vita di tutti i giorni, come se fossero dei segnali, dei discorsi rivolti a noi. Li sentiamo solo noi però, quindi esistono solo per noi e se non riesce a sentirli nessun altro le cose rimarranno uguali per sempre.
Così come alcuni discorsi li sentiamo solo noi, alcune cose ce le ricordiamo solo noi. Come le figure di merda. Quelle che facciamo, ce le ricordiamo solo noi. Sì, perché alcuni ricordi ce li abbiamo solo perché sono carichi di emozioni e non tutti vivono la stessa cosa allo stesso modo. Anzi, solo noi le viviamo come le viviamo noi, quindi alcuni ricordi ce li abbiamo solo noi. Nessuno potrà capirci veramente e tanti magari manco si ricordano di ciò che è successo.
Non ci resta che riviverli quando siamo soli. Ma ripensarci non li farà diventare di nuovo reali, né riusciremo a cambiare cosa è successo, quindi rimane tutto uguale.
Seconda parte della canzone.
La sentiamo arrivare perché c’è la base che monta. La batteria inizia a picchiare sempre più forte e si grida sempre più forte.
“Un pensiero che dura un istante
Può cambiare le cose per sempre
C'è sempre un'ultima volta
Ogni fine diventa
Promemoria”
Quante volte una cosa apparentemente insignificante, un dubbio, una pulce nell’orecchio, poi ci cambiano totalmente il modo di vedere qualcosa, una persona, la vita.
Ora arriva la parte che colpisce più forte.
C’è sempre un’ultima volta di tutto. Anche delle cose bellissime, prima o poi finisce tutto.
Perché litighiamo, invecchiamo, ci trasferiamo, cambiamo, moriamo noi, muoiono le persone attorno a noi.
Forse è proprio questo che cercano di dirci i Quercia. La fine di ogni cosa, diventa un promemoria per ricordarci che tutto ciò che inizia prima o poi finisce. E se non doveste aver afferrato subito il concetto, viene ripetuto “promemoria” otto volte. Otto pugni nello stomaco che fanno sempre più male perché picchiano lo stesso punto ancora dolorante dal pugno prima.
Nella terza e ultima parte ci viene dato il colpo di grazia. Frasi che vengono spezzettate e poi assemblate poche parole alla volta. Costruendo piano piano un arma letale che ci colpirà e ci lascerà esanimi quando le parole finiranno e la base continuerà ancora per poco in outro corta, ma devastante.
“Salutiamoci adesso
Che poi
Sarà tardi
Non c'è modo
Di sapere
Quando uno sguardo
Sarà l’ultimo
Non c'è modo
Di sapere
Quando un saluto
Sarà l’ultimo”
Credo ci sia poco da spiegare, forse è la parte più esplicita di tutto il testo. Da qui poi riusciamo a fare un senso a tutto. A seconda della attitudine potete leggerci che non si sa mai quando un rapporto finirà, oppure non si sa mai quando moriremo. Io propendo di più per la seconda. In ogni caso, godiamoci le persone a cui vogliamo bene finché ci sono così da non avere rimpianti che riusciremo a sentire solo noi o ricordi che rivivremo quando non ci vedrà nessuno.
Spero nonostante tutto di non aver già ucciso il mood della vostra giornata alle 8 di mattina, ma di avervi fatto scoprire una canzone incredibile e perché no pure una band che spacca i culi.
I Quercia sono una band pazzesca, anche loro tra i miei preferiti.
Originari della sardegna, fanno un genere di musica che mi risulta sempre difficile da descrivere a chi non li conosce. Un po’ anche perché loro sono cambiati molto negli anni. Il loro primo disco era molto indie, il secondo molto più orientato verso lo screamo, questo invece non saprei come definirlo. Forse un’ottima sintesi tra queste due loro anime.
È stata una lotta all’ultimo sangue per scegliere se mettere questa canzone oppure guarire , ma dopo aver scritto la mail di ieri ho capito che mi sarei un po’ ripetuto, visto che avrei potuto dire cose più o meno sovrapponibili a quelle che ho detto per Binding.
Quindi eccoci qua con Promemoria.
Lo Spotify wrapped di quest’anno mi ha comunicato che questa è stata la mia canzone più ascoltata quest’anno.
Innanzitutto mi piace perché questo pezzo, come tanti di questo genere, non ha una struttura canonica. Non ci sono ritornelli, non ci sono bridge, neanche una strofa forse. Direi che è un testo con uno schema libero.
Come potete sentire dalle voci, anche qua c’è della sofferenza.
Oltre alla batteria che picchia il giusto, ci sono anche ste chitarre che ti logorano l’anima.
Vorrei evitare di dire cose troppo tecniche perché non ne so nulla e farei solo magre figure.
Tuttavia riesco ad apprezzare il fatto che gli strumenti entrino nella canzone uno alla volta.
Si parte con un giro di chitarra che si ripete in loop, poi un’altra chitarra, dopo ancora la batteria e per ultimo il basso.
Il testo di per sé non è così straziante, certo, è comunque bello triste, ma è come è cantato che lo rende un bel pugno nello stomaco.
Questa canzone mi piace veramente tanto, ma non credo di aver colto a pieno cosa volessero comunicare questi sardi. Ma se siete qui, è perché volete leggere un po’ di miei svarioni.
Quindi cominciamo.
Non c’è una struttura canonica, ma possiamo dividere la canzone in 3 parti.
Partirei con la prima.
“È tutto uguale
Nonostante tutti i discorsi
Che continuo a sentire
E che non sente
Nessuno tranne me
È tutto uguale
Nonostante tutti i ricordi
Che continuo
A rivivere quando
Non mi vede nessuno
È tutto uguale
Nonostante tutti i rimorsi
Che continuo a sentire
E che non sente
Nessuno tranne me”
Come possono aver notato i detective che ci sono tra di voi, ci sono dei versi che si ripetono.
Si comincia sempre dicendo che è tutto uguale, nonostante qualcosa. Prima i discorsi, poi i ricordi e infine i rimorsi.
Sì perché possiamo farci tutte le pare del mondo, rimuginare su tutto quello che abbiamo sbagliato, non abbiamo fatto o avremmo fatto in modo diverso, ma comunque le cose rimangono così come sono.
Ci sono alcune cose che intercettiamo solo noi dalla vita di tutti i giorni, come se fossero dei segnali, dei discorsi rivolti a noi. Li sentiamo solo noi però, quindi esistono solo per noi e se non riesce a sentirli nessun altro le cose rimarranno uguali per sempre.
Così come alcuni discorsi li sentiamo solo noi, alcune cose ce le ricordiamo solo noi. Come le figure di merda. Quelle che facciamo, ce le ricordiamo solo noi. Sì, perché alcuni ricordi ce li abbiamo solo perché sono carichi di emozioni e non tutti vivono la stessa cosa allo stesso modo. Anzi, solo noi le viviamo come le viviamo noi, quindi alcuni ricordi ce li abbiamo solo noi. Nessuno potrà capirci veramente e tanti magari manco si ricordano di ciò che è successo.
Non ci resta che riviverli quando siamo soli. Ma ripensarci non li farà diventare di nuovo reali, né riusciremo a cambiare cosa è successo, quindi rimane tutto uguale.
Seconda parte della canzone.
La sentiamo arrivare perché c’è la base che monta. La batteria inizia a picchiare sempre più forte e si grida sempre più forte.
“Un pensiero che dura un istante
Può cambiare le cose per sempre
C'è sempre un'ultima volta
Ogni fine diventa
Promemoria”
Quante volte una cosa apparentemente insignificante, un dubbio, una pulce nell’orecchio, poi ci cambiano totalmente il modo di vedere qualcosa, una persona, la vita.
Ora arriva la parte che colpisce più forte.
C’è sempre un’ultima volta di tutto. Anche delle cose bellissime, prima o poi finisce tutto.
Perché litighiamo, invecchiamo, ci trasferiamo, cambiamo, moriamo noi, muoiono le persone attorno a noi.
Forse è proprio questo che cercano di dirci i Quercia. La fine di ogni cosa, diventa un promemoria per ricordarci che tutto ciò che inizia prima o poi finisce. E se non doveste aver afferrato subito il concetto, viene ripetuto “promemoria” otto volte. Otto pugni nello stomaco che fanno sempre più male perché picchiano lo stesso punto ancora dolorante dal pugno prima.
Nella terza e ultima parte ci viene dato il colpo di grazia. Frasi che vengono spezzettate e poi assemblate poche parole alla volta. Costruendo piano piano un arma letale che ci colpirà e ci lascerà esanimi quando le parole finiranno e la base continuerà ancora per poco in outro corta, ma devastante.
“Salutiamoci adesso
Che poi
Sarà tardi
Non c'è modo
Di sapere
Quando uno sguardo
Sarà l’ultimo
Non c'è modo
Di sapere
Quando un saluto
Sarà l’ultimo”
Credo ci sia poco da spiegare, forse è la parte più esplicita di tutto il testo. Da qui poi riusciamo a fare un senso a tutto. A seconda della attitudine potete leggerci che non si sa mai quando un rapporto finirà, oppure non si sa mai quando moriremo. Io propendo di più per la seconda. In ogni caso, godiamoci le persone a cui vogliamo bene finché ci sono così da non avere rimpianti che riusciremo a sentire solo noi o ricordi che rivivremo quando non ci vedrà nessuno.
Spero nonostante tutto di non aver già ucciso il mood della vostra giornata alle 8 di mattina, ma di avervi fatto scoprire una canzone incredibile e perché no pure una band che spacca i culi.
I Quercia sono una band pazzesca, anche loro tra i miei preferiti.
Originari della sardegna, fanno un genere di musica che mi risulta sempre difficile da descrivere a chi non li conosce. Un po’ anche perché loro sono cambiati molto negli anni. Il loro primo disco era molto indie, il secondo molto più orientato verso lo screamo, questo invece non saprei come definirlo. Forse un’ottima sintesi tra queste due loro anime.
È stata una lotta all’ultimo sangue per scegliere se mettere questa canzone oppure guarire , ma dopo aver scritto la mail di ieri ho capito che mi sarei un po’ ripetuto, visto che avrei potuto dire cose più o meno sovrapponibili a quelle che ho detto per Binding.
Quindi eccoci qua con Promemoria.
Lo Spotify wrapped di quest’anno mi ha comunicato che questa è stata la mia canzone più ascoltata quest’anno.
Innanzitutto mi piace perché questo pezzo, come tanti di questo genere, non ha una struttura canonica. Non ci sono ritornelli, non ci sono bridge, neanche una strofa forse. Direi che è un testo con uno schema libero.
Come potete sentire dalle voci, anche qua c’è della sofferenza.
Oltre alla batteria che picchia il giusto, ci sono anche ste chitarre che ti logorano l’anima.
Vorrei evitare di dire cose troppo tecniche perché non ne so nulla e farei solo magre figure.
Tuttavia riesco ad apprezzare il fatto che gli strumenti entrino nella canzone uno alla volta.
Si parte con un giro di chitarra che si ripete in loop, poi un’altra chitarra, dopo ancora la batteria e per ultimo il basso.
Il testo di per sé non è così straziante, certo, è comunque bello triste, ma è come è cantato che lo rende un bel pugno nello stomaco.
Questa canzone mi piace veramente tanto, ma non credo di aver colto a pieno cosa volessero comunicare questi sardi. Ma se siete qui, è perché volete leggere un po’ di miei svarioni.
Quindi cominciamo.
Non c’è una struttura canonica, ma possiamo dividere la canzone in 3 parti.
Partirei con la prima.
“È tutto uguale
Nonostante tutti i discorsi
Che continuo a sentire
E che non sente
Nessuno tranne me
È tutto uguale
Nonostante tutti i ricordi
Che continuo
A rivivere quando
Non mi vede nessuno
È tutto uguale
Nonostante tutti i rimorsi
Che continuo a sentire
E che non sente
Nessuno tranne me”
Come possono aver notato i detective che ci sono tra di voi, ci sono dei versi che si ripetono.
Si comincia sempre dicendo che è tutto uguale, nonostante qualcosa. Prima i discorsi, poi i ricordi e infine i rimorsi.
Sì perché possiamo farci tutte le pare del mondo, rimuginare su tutto quello che abbiamo sbagliato, non abbiamo fatto o avremmo fatto in modo diverso, ma comunque le cose rimangono così come sono.
Ci sono alcune cose che intercettiamo solo noi dalla vita di tutti i giorni, come se fossero dei segnali, dei discorsi rivolti a noi. Li sentiamo solo noi però, quindi esistono solo per noi e se non riesce a sentirli nessun altro le cose rimarranno uguali per sempre.
Così come alcuni discorsi li sentiamo solo noi, alcune cose ce le ricordiamo solo noi. Come le figure di merda. Quelle che facciamo, ce le ricordiamo solo noi. Sì, perché alcuni ricordi ce li abbiamo solo perché sono carichi di emozioni e non tutti vivono la stessa cosa allo stesso modo. Anzi, solo noi le viviamo come le viviamo noi, quindi alcuni ricordi ce li abbiamo solo noi. Nessuno potrà capirci veramente e tanti magari manco si ricordano di ciò che è successo.
Non ci resta che riviverli quando siamo soli. Ma ripensarci non li farà diventare di nuovo reali, né riusciremo a cambiare cosa è successo, quindi rimane tutto uguale.
Seconda parte della canzone.
La sentiamo arrivare perché c’è la base che monta. La batteria inizia a picchiare sempre più forte e si grida sempre più forte.
“Un pensiero che dura un istante
Può cambiare le cose per sempre
C'è sempre un'ultima volta
Ogni fine diventa
Promemoria”
Quante volte una cosa apparentemente insignificante, un dubbio, una pulce nell’orecchio, poi ci cambiano totalmente il modo di vedere qualcosa, una persona, la vita.
Ora arriva la parte che colpisce più forte.
C’è sempre un’ultima volta di tutto. Anche delle cose bellissime, prima o poi finisce tutto.
Perché litighiamo, invecchiamo, ci trasferiamo, cambiamo, moriamo noi, muoiono le persone attorno a noi.
Forse è proprio questo che cercano di dirci i Quercia. La fine di ogni cosa, diventa un promemoria per ricordarci che tutto ciò che inizia prima o poi finisce. E se non doveste aver afferrato subito il concetto, viene ripetuto “promemoria” otto volte. Otto pugni nello stomaco che fanno sempre più male perché picchiano lo stesso punto ancora dolorante dal pugno prima.
Nella terza e ultima parte ci viene dato il colpo di grazia. Frasi che vengono spezzettate e poi assemblate poche parole alla volta. Costruendo piano piano un arma letale che ci colpirà e ci lascerà esanimi quando le parole finiranno e la base continuerà ancora per poco in outro corta, ma devastante.
“Salutiamoci adesso
Che poi
Sarà tardi
Non c'è modo
Di sapere
Quando uno sguardo
Sarà l’ultimo
Non c'è modo
Di sapere
Quando un saluto
Sarà l’ultimo”
Credo ci sia poco da spiegare, forse è la parte più esplicita di tutto il testo. Da qui poi riusciamo a fare un senso a tutto. A seconda della attitudine potete leggerci che non si sa mai quando un rapporto finirà, oppure non si sa mai quando moriremo. Io propendo di più per la seconda. In ogni caso, godiamoci le persone a cui vogliamo bene finché ci sono così da non avere rimpianti che riusciremo a sentire solo noi o ricordi che rivivremo quando non ci vedrà nessuno.
Spero nonostante tutto di non aver già ucciso il mood della vostra giornata alle 8 di mattina, ma di avervi fatto scoprire una canzone incredibile e perché no pure una band che spacca i culi.
Angolo del fastidio
Angolo del fastidio
Angolo del fastidio
La cosa che mi infastidisce di questa canzone è che l’incazzatura finale, dura troppo poco. Avrei voluto un altro round di 8 “promemoria” alla fine. Però alla fine va benissimo così, che gli vuoi dire ad un pezzo così?
La cosa che mi infastidisce di questa canzone è che l’incazzatura finale, dura troppo poco. Avrei voluto un altro round di 8 “promemoria” alla fine. Però alla fine va benissimo così, che gli vuoi dire ad un pezzo così?
Trovi tutte le canzoni in questa playlist.
Un abbraccio.
Edo
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Un abbraccio.
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Edo
prossimo calendario
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149D 12H 30M 38S
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